Forse sì. Probabilmente la visionarietà degli artisti, le loro rappresentazioni simboliche, possono nutrire l’immaginazione, stimolare cognitivamente, come confermano le più recenti frontiere della ricerca biologica con la neuroestetica, per ripensare relazioni interne ed esterne all’azienda, processi e prodotti.
E comunque la pensano così sia la GAM che Unimanagement, il centro internazionale torinese di sviluppo della leadership del Gruppo Unicredit, tanto che mercoledì 12 si svolgerà la prima sessione, a porte chiuse, tra le stanze del museo.
Ben cinquanta manager dell’area risorse umane del gruppo UniCredit, provenienti da 22 paesi, stimolati dalla collezione del museo, saranno guidati, rigorosamente in lingua inglese, in un’esperienza di riflessione sulle variabili della dimensione organizzativa, da nuovi campi di osservazione, attraverso l’interpretazione delle opere in mostra e delle loro interconnessioni.
Con questo progetto la GAM vuole avviare un dialogo con le aziende del territorio costruendo con esse programmi mirati capaci di mettere in relazione il mondo della cultura col mondo dell’impresa.