Tutto quel lusso in mezzo alla miseria della popolazione non poteva certo portare ad una fine migliore...
Ma si sa, la storia è fatta di corsi e ricorsi e si vendica. E così i russi sono di nuovo divisi tra ricchissimi e poveri e i primi fanno man bassa di tutto ciò che è lussuoso. Tiè!
Allora noi, invidiosi, li tacciamo di volgarità e osserviamo rapiti la finezza dei ricchi d'antan che, se pure russi, erano veramente eleganti.
Viene in mente quel filmone strappalacrime interpretato da Ingrid Bergman, Anastasia, che racconta la vera storia della falsa figlia dell'ultimo zar scampata alla strage. Ah Grand Maman! dice la falsa nipote buttandosi ai piedi della vecchia imperatrice madre. La rigidità della quale è superata solo dalla rigidità d'interprete della sovrastimata Bergman.
La Russia tra ottocento e novecento è sempre un po' piagnucolona. Guerra e Pace, Anna Karenina di Tolstoj sono i romanzi più rappresentativi, le musiche di Tchaikovsky poi....ma a me sembra che il grande Cechov tocchi il sublime ne Il giardino dei ciliegi.
Se avete voglia di Russia ante-Soviet e volete lacrimare di nostalgia procuratevi dalle cineteche della Rai il DVD della messa in scena del Piccolo Teatro di Milano con la regia di Giorgio Strehler e sarete accontentati.
Che classe!
Dopo si può fare un salto di fronte alla Chiesa di Santa Teresa nella via omonima di Torino e pensare che lì c'era l'Albergo d'Inghilterra dove scendevano tutti i big dell'epoca tra i quali una coppia di Romanoff in visita alla città e alla Reggia di Venaria stessa dove oggi, in mostra, si può ammirare la loro bella fotografia formato gigante.