Arte, design e fotografia per rappresentare un comune oggetto d’ arredo che diviene motivo di riflessione sulle possibilità dell’immagine, della forma e dei materiali. Scelto nella sua valenza di “luogo d’ incontro” , intorno al tavolo si intrecciano gli spunti che arrivano dalle diverse forme creative, insieme ai contenuti più intimi, ai messaggi che sottostanno alle singole interpretazioni degli artisti.
Fra le opere in mostra il Block Boxes di Luisa Raffaelli, un mobile-struttura, senza fronte principale, visibile quindi da ogni punto di vista; costruito con scatole di vario tipo e parti di mobili recuperati, ha una valenza pluri funzionale, ma anche scultorea. Lo spiazzante, abile gioco della linee del tavolo di Santo Cinalli , sottile
ironica e insieme elegante riflessione sul design. Il tavolo in materiale di riciclo di Corina Cohal e Ovidiu Boc; le luci di Simone Cavini ed Emanuele Guerrieri. Il pallet combusto di Valeria Vaccaro, che guarda al maestro Fabio Viale nella perfetta riproduzione in marmo di oggetti e materiali, aggiungendovi quale sua cifra specifica, l’effetto del fuoco: inteso come forza creatrice, capace di generare trasformazioni e di plasmare la materia.
Ci sono le fotografie di Angela Pietribiasi, che si chiede se il tavolo sia luogo conviviale di incontro o piuttosto teatro di guerra, potere o solitudine. Gli acquarelli di Gosia Turzeniecka, che fotografano con la consueta spontaneità dell’artista, tutta la poesia di una scena minima eppure magnifica: in questo caso un tavolino davanti a una casa, in campagna . Ci sono le stelle nel cassetto di Enrico Tealdi, sulla carta che un tempo fu il cielo stellato del presepe: fra ricordo e presente il risveglio alla realtà, l’esilio o la fine della dimensione infinita dei sogni.
C’è la console di Silvia Beccaria e Carlo Nonnis, in ferro, vetro e tessuto retroilluminato in polietilene, liberamente ispirato alle suggestive atmosfere della superficie lunare; o il tavolo illuminato di Chamcò, che usa alluminio, vetro, luci a LED per raccogliere ombre e riflessi dell’anima; e ancora il legno scolpito da Stefano Marcoz; l’opera in ceramica di Luisa Tribolo; il tavolo di Ferdi Giardini costruito con un cartello stradale arrugginito, un foglio in p.v.c. trasparente e gambe in alluminio calandrate: niente riciclo, discorsi sociali o ecologici, ‘piuttosto unun piacere ironico, tattile e ottico di vedere il tempo che trasforma ogni cosa…’.
a.Muse – cfr.artecontemporanea
Fino al 31 ottobre 2014
Mart.- Sab. 10.30-13.00, 16.00-19.00